NIPOTE DEL NEGUS (IL)
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Con Il nipote del Negus (2010) Camilleri torna sul tema del ventennio: «Ho tentato di esorcizzare e di capire il fascismo scrivendo tre libri. La presa di Macallé, poi Privo di titolo, dove c’è la finzione e la virtualità del regime, e l’ultimo, Il nipote del Negus, nel quale descrivo la stupidità e l’imbecillità del fascismo. Spero di non doverne scrivere più». Con intelligente e contagiosa ironia lo scrittore mescola ingegnosamente vero e falso e divertendosi ci delizia.«Nel leggere Il nipote del Negus, mentre risulta difficile farsi una grassa e grossa risata, la sensazione che deriva è quella di un ghigno, di un sorrisetto beffardo e disilluso: la reazione adatta di fronte alla messa alla berlina del potere». - Giulia Caminito
Nel 1929 venne a studiare nella Regia Scuola Mineraria di Caltanissetta il principe Brhané Sillassié, nipote del Negus Ailé Sellassié. Partendo da questo fatto vero Andrea Camilleri mette insieme un fascicolo immaginario con la fitta corrispondenza tra Ministero degli Esteri, prefetto e questore di Montelusa, federale di Vigàta e direttore della Scuola Mineraria. Argomento dell’esilarante carteggio è il trattamento da riservare all’illustre alunno, che è esigente e spendaccione, ama il lusso, le belle donne e approfitta della situazione. Su idea di Mussolini in persona il principe viene sollecitato a scrivere allo zio Ailé Sellassié una lettera di sperticati elogi al fascismo, che potrebbe tornare utile nel contenzioso tra Italia ed Etiopia sui confini con la Somalia. E a questo punto la vicenda diventa farsa.